GRAZIANO E UN SOGNO INFRANTO CHIAMATO MONDIALE STORIA DEL RAGAZZO DI SAN CESAREO PARTITO COME RACCATTAPALLE AL “VIA DEL MARE”

Cari amici lettori del blog, guardando su Internet ho trovato questo interessante articolo di leccesette scritto il 13/06/2014 e tutti noi sappiamo esattamente due anni dopo cosa fece il nostro GRANDISSIMO CAMPIONE contro il Belgio.

Storia del ragazzo di San Cesario partito come raccattapalle al “Via del Mare”. Cos’hanno in comune il Salento, l’Olanda e il Brasile? A pensarci bene, proprio un bel niente. Cosa, invece, avrebbero potuto avere in comune? Un nome ed un cognome: Graziano Pellè. Proprio lui, come direbbe Piccinini. Non c’è italiano infatti, dal gommista al calzolaio passando per i (troppi) giornalisti, che in periodo Mondiale non si improvvisi commissario tecnico redigendo il suo personalissimo listone dei convocati. Ebbene, molti improvvisati ct (eccetto l’unico autorizzato, un tale Cesare Prandelli) hanno intravisto nel lungagnone di Monteroni (nativo di San Cesario di Lecce) tutti i requisiti per far parte della spedizione azzurra 2014. Ma Pellè a Mangaratiba (sede del ritiro di Buffon e soci) ci andrà al massimo in vacanza. Anzi nemmeno, perché, crediamo, preferirebbe le spiagge del suo caro e amato Salento.

QUEL RACCATTAPALLE DEL “VIA DEL MARE” – Il piccolo Graziano tira i primi calci nel Copertino e gli occhi attenti di Pantaleo Corvino, ai tempi direttore sportivo del Lecce, intravedono in lui le giuste potenzialità per vestirlo di giallorosso. A casa sua Pellè si esalta e da grande protagonista nel fiorente vivaio giallorosso si aggiudica dapprima la Coppa Italia Primavera (2001/02), poi due scudetti primavera consecutivi sotto la guida di Roberto Rizzo (2002/03 e 2003/04). Gli si aprono le porte della prima squadra e l’11 gennaio 2004 esordisce in Serie A in un Lecce-Bologna 1-2 (subentrando a pochi minuti dalla fine al posto di Abruzzese). Il Lecce crede in lui ma in prima squadra si aggira gente del calibro di Chevanton, Bojinov e Konan: meglio migrare altrove. Va in prestito al Catania nel 2005 e in B colleziona 15 presenze senza reti. Torna al Lecce per la stagione 2005/06 nella massima serie: altre 10 presenze ma la rete non la vede mai. Nel gennaio 2006 ancora in prestito in B, stavolta al Crotone: 6 gol in 17 presenze e altre 10 reti nei 37 gettoni che nell’annata successiva colleziona sempre in cadetteria col Cesena. Pellè ci spera: la sua stella sta iniziando a brillare?

UN AMORE COSÌ GRANDE – L’Olanda irrompe nella vita del bomber di Monteroni. Ma è una Olanda “azzurra”: Pellè vola nella terra di tulipani e mulini a vento per il Mondiale con la Nazionale Under 20, quella di Osvaldo, Marchisio e Giovinco (eletto miglior calciatore della competizione). Lui non teme la concorrenza, si ritaglia il suo spazio e realizza quattro reti che però non bastano: la truppa di Casiraghi abbandona la competizione ai quarti contro i Leoni dell’Atlante del Marocco. Il Mondialino di Graziano è comunque soddisfacente: è il terzo miglior marcatore del torneo dopo due qualunque, un certo Messi e un altro di nome Llorente. Passano due anni e la storia si ripete: il ragazzo di Monteroni si riveste d’azzurro, stavolta per l’Under 21, e parte nuovamente alla volta dei Paesi Bassi per gli Europei. L’Italia dei vari Montolivo, Aquilani, Chiellini e Giuseppe Rossi esce ai gironi, ma nello spareggio per accedere alle Olimpiadi di Pechino del 2008 batte ai rigori il Portogallo. Pellè fa il suo: realizza il penalty col cucchiaio. Nel 2008 con la Nazionale olimpica si aggiudica poi il Torneo di Tolone. Pellè sogna lo sbarco nell’Italia maggiore. Un sogno che però dura da sei anni, probabilmente destinato a rimanere tale.

Per Fortuna non fu così e come sapete mi auguro al più presto possa ritornare dove merita.

DALLA (SERIE) A ALLA Z…..ALKMAAR – Ancora Olanda e stavolta si fa sul serio. Nell’estate del 2007 l’AZ Alkmaar bussa alle porte del Lecce coi piccioli, 6.5 milioni di euro per portarlo in Eredivisie con un contratto quinquennale. Pellè è un pesce fuor d’acqua: solo tre gol in 29 gare. L’unica classifica in cui il criticatissimo bomber made in Italy compare è la flop ten degli acquisti fallimentari della decade 2000-2010, alle spalle di Lazovic, Luque e Milic. Louis van Gaal, grande estimatore del prodotto di esportazione salentino, crede ancora in lui e nella stagione successiva conquista il titolo di campione d’Olanda ma il classe ‘85 gioca molto e segna poco. Resta in Olanda fino al 2011, si toglie qualche piccola soddisfazione (tipo l’esordio in Champions e il gol in rovesciata all’Ajax), poi l’AZ lo saluta senza troppi rimpianti. Graziano cerca di risorgere in Italia. ll Parma spera di ricostruire la coppia Mutu-Adriano con lui e Giovinco. La Formica Atomica fa il suo ma Graziano è un fantasma e si fa notare solo per il gol al “suo” Lecce. Beffardo il destino. Nel gennaio 2012 passa alla Sampdoria ma sono solo ombre. La stella di Graziano si è spenta prima ancora di splendere?

L’EROE DI ROTTERDAM – Il Feyenord gli concede la seconda chanche: lo prende in prestito. Per Pellè, con Koeman al timone, è l’ultima opportunità e lui esplode. Segna a raffica, e a gennaio de club van het volk lo riscatta per 3 milioni. Chiude l’anno con 27 reti in 29 presenze, mette i suoi 193cm al servizio del Feyenord che trascina al terzo posto, lui è secondo nella classifica cannonieri alle spalle dell’ivoriano Bony. In Olanda impazziscono per lui: le donne, soprattutto, impazziscono per lui. Il suo club intuisce che Pellè non è solo prezioso in zona gol: lui segna e si toglie la maglia per mostrare i muscoli (come si vede nella foto accanto che spopola sul sito del Feyenord), poi ammette di averlo fatto per portare più donne allo stadio, la società lo appoggia e abbassa i prezzi. Da qui in poi Graziano sarà “The Italian Stallion” (che non ha bisogno di troppe traduzioni). Lui ha fame, non si ferma: nell’ultima stagione ne fa 26 in 33 gettoni, un gol ogni 115 minuti. La Pellè-mania si respira: i ragazzi al de Kuip si pettinano come lui e la sua tartaruga è sempre negli occhi delle fanciulle olandesi. I Mondiali si avvicinano e Graziano spera di convincere Prandelli: i media nordici si schierano al suo fianco accusando l’Italia e il suo sistema di convocazioni “mafiose”. Ma Prandelli se ne infischia: Balotelli è megl’e Pellè. Forse. Fonte: Salentosport.net

E aggiungo io fu il più grande errore non aver chiamato Graziano ma ci penso il successore nel dare FINALMENTE la fiducia a Graziano e lui si fece trovare pronto ogni volta.

Una risposta a “GRAZIANO E UN SOGNO INFRANTO CHIAMATO MONDIALE STORIA DEL RAGAZZO DI SAN CESAREO PARTITO COME RACCATTAPALLE AL “VIA DEL MARE””

  1. GRAZIANO dopo tutti quei Goal che avevi fatto era matematico che tu fossi convocato in Nazionale ma a quel tempo la meritocrazia non esisteva in Nazionale come ahimè pare siano tornati quei tempi.

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